Cibelli + Guadagno architetti

Architettura Restauro Design

Dopo la sua soppressione nel 1809 dovuta alle leggi napoleoniche, il Convento venne utilizzato prima come caserma per militari ed in seguito, nel secolo scorso, come carcere mandamentale, pretura, cineteatro e caserma dei carabinieri. Per gran parte svuotato delle sue funzioni, dagli anni ’60 in poi la struttura è andata incontro ad una lenta ma progressiva fase di degrado statico con grave rischio di incolumità per i residenti delle vie circostanti. Dopo l’ultimo crollo di una porzione di cornicione, avvenuto nell’aprile dello scorso anno, l’intero immobile è stato transennato ed è stata vietata la circolazione veicolare in via San Francesco.

Il complesso dell’ex-convento di San Francesco (che con l’annessa chiesa risale all’antico Monastero di San Martino del 1050, successivamente ampliato e trasformato in stile barocco dai frati di Montevergine nel 1737) ha uno sviluppo in pianta di circa 1.500 mq, mentre in elevazione consta di due piani fuori terra con accesso da Via Roma e Via San Francesco. Fatti salvi i locali adibiti sino agli anni ’80 a caserma dei Carabinieri, il complesso versa in precarie condizioni statiche ed igienico-sanitarie. Il piano superiore dell’ala compresa tra via San Francesco e via Roma risulta, in buona parte, privo di copertura, con grave pregiudizio delle sottostanti strutture. I muri perimetrali della suddetta ala presentano fenomeni di rotazione, tant’è che, decenni or sono, sono stati consolidati tramite la messa in opera di barbacani. Anche l’ala compresa tra il chiostro ed il cortile è carente di copertura; ciò ha determinato la crescita di vegetazione spontanea, il disfacimento della originaria pavimentazione, e l’evolversi di quadri fessurativi.

I vani del piano terra risultano in discrete condizioni statiche, essendo stati adibiti fino a poco tempo fa, alcuni a Carcere Mandamentale, altri a locale cinematografico e a deposito. Inoltre i vani adibiti a cinema furono oggetto di ulteriori interventi edilizi tesi all’abbassamento dell’originario piano di calpestio, al fine di ottenere un doppio volume per realizzare il palco.

Le arcate del chiostro risultano attualmente tamponate, mentre i vani inferiori e superiori della zona adibita a caserma risultano trasformati mediante muri divisori in forati.

Il cortile si presenta privo della pavimentazione originaria. I vani al piano primo sono stati, fino a qualche decennio fa, sede della Pretura Mandamentale.

Con questo primo intervento (eseguito con l'ing. Giulio Tricarico) si è consolidata la struttura del complesso, restaurato i prospetti e rifatte le coperture.


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